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L'AUSPICIO DI REPACE - "Spero che a metà gennaio si ci possa allenare"

Lo ha detto il presidente del C.R.U. nella conferenza di chiusura del 2020

ENRICO FANELLI

PERUGIA - Nonostante le difficoltà Luigi Repace, presidente del Comitato Regionale Umbro, continua a crederci. Lo ha chiaramente fatto intendere nel corso della conferenza stampa che ha avuto luogo stamane presso la sede di Prepo e nella quale ha tracciato il bilancio di un anno che può tranquillamente essere definito come il più difficile che la storia del calcio dilettantistico e giovanile ricordi. 

Per quanto riguarda il quando si ripartirà il numero uno del calcio umbro si è dimostrato fedele alla sua linea, vale a dire non indicando una data a differenza di quanto hanno fatto alcuni suoi colleghi, ma ha espresso una speranza piu' che concreta: "Speriamo che dal 15 gennaio i ragazzi di età inferiore ai 18 anni possano ricominciare ad allenarsi individualmente. Ce lo chiedono le società e soprattutto i genitori - e parlo di giocatori categorie esordienti, giovanissimi e via discorrendo - che non capiscono perchè si possa andare a scuola e non al contrario giocare. Purtroppo ho dovuto far capire loro che bisogna attenersi alle indicazioni dell'Istituto Superiore di Sanità e dei comitati scientifici. Inoltre ho detto chiaramente che non siamo noi gli untori, ma coloro che abbiamo subito i contagi. Ci rendiamo conto però che siamo in un momento in cui non si può scherzare. Spero che questo vaccino ci dia la possibilità di vincere questa battaglia".

Repace non ha risparmiato stilettate agli organi governativi, rei a suo giudizio di aver considerato in maniera troppo secondaria l'attività sportiva di base: "Lo sport a volte non viene considerato per quello che è, ma è un tassello fondamentale per la crescita dei nostri figli. Le istituzioni si dimenticano dell'importanza di questo movimento".

C'è anche un aspetto di cui tener conto: "Ci si è dimenticati del diritto allo sport dei nostri ragazzi, che porterebbe ad una devastazione psicologica. Spero a maggior ragione che la data del 15 gennaio possa essere quella giusta e che si possano portare avanti i progetti fondamentali. Servono però azioni concrete da parte dello stato, senza le quali non si va da nessuna parte".

Infine, un ringraziamento alle società: "Hanno sempre cercato di inculcare ai ragazzi valori come fair play, rispetto e saper perdere. Un giovane va lasciato crescere nella maniera giusta. L'invito che rivolgo alle istituzioni è che venga preservato il calcio come veicolo di purezza e divertimento". 

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  Scritto da Enrico Fanelli il 19/12/2020
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