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Campionati e Risultati: NAZIONALI REGIONALI PROVINCIALI GIOVANILI    

PRIMO WEEEKEND SENZA CALCIO - Quali gli scenari futuri?

Enrico Fanelli

PERUGIA – Alla fine è accaduto quello che tutti temevano. Le prime amichevoli, le gare di coppa e l’inizio dei campionati anche giovanili (nel nostro caso Juniores Nazionale e Primavera 3, arrivati rispettivamente alla terza e prima giornata, anche se condizionati da una sequela di rinvii) avevano portato un messaggio di speranza sia a coloro che praticano e che sono legati indissolubilmente alle sorti del calcio dilettantistico. Poi, giorno dopo giorno, la situazione legata all’epidemia ha continuato a peggiorare e la seconda ondata si è presentata con effetti ancora più dirompenti della prima e alla fine lo stop, il secondo nello spazio di soli sette mesi, è stato inevitabile. Vero che la salute è la cosa più importante e solo uno sprovveduto potrebbe pensare il contrario, ma definire questo movimento attività di secondo livello è pura follia. Non esistono infatti lavori di serie A e di serie B: di ognuno di questi la gente ci vive, compresi coloro che gravitano attorno a questo mondo. Se vogliamo che le cose cambino serve più equilibrio nei giudizi, sia negli avvenimenti positivi, che in quelli negativi, esattamente quello che stiamo vivendo. Una riflessione è d’obbligo: era proprio impossibile prevedere una situazione di questo genere? Quello che farà sicuramente farà indignare gli addetti ai lavori è che lo sport e i lavoratori di esso ancora una volta hanno pagato decisioni avventate prese in precedenza dagli organi preposti: riaprire, anche se per poco, le discoteche sulla riviera romagnola (le cui immagini parlano da sole e non c’è bisogno di commentarle) e permettere agli italiani di andare all’estero. Non parliamo poi del permissivismo delle forze dell’ordine. In molti chiederanno cosa c’entra questo ma la connessione a mio parere c’è eccome. Piano piano i casi (nella stragrande maggioranza asintomatici) sono iniziati ad aumentare e tutto ciò si è trasportato anche nei campi di gioco, dove si erano iniziati i primi allenamenti. Insomma un autentico boomerang, con sospensioni delle attività e quarantene a raffica. Nell’attesa che il governo si decida a garantire soldi veri ai soggetti coinvolti proviamo ad ipotizzare alcuni scenari futuri.

1) La curva scende ed il 24 novembre si riparte: i format verrebbero lasciati invariati e la stagione potrebbe essere tranquillamente portata a termine. E’ la speranza di tutti: c’è infatti chi ha già iniziato ad equipaggiarsi nel caso le cose procedessero nel modo auspicato, e cioè il Trestina, che ha inaugurato il nuovo tunnel sanificatore per i ragazzi del settore giovanile (VEDI QUI IL VIDEO). Percentuale 20%

2) Non si assiste a miglioramenti significativi del quadro epidemiologico e la ripresa viene rimandata all’inizio dell’anno nuovo. Possibile cambio del format dei campionati con la costituzione di più gironi oppure si va avanti con l’attuale giocando partite di sola andata, come potrebbe accadere in Lombardia. Percentuale 50%

3) Infine quello che nessuno vorrebbe. I vaccini e le terapie promesse non arrivano e viene decretato l’annullamento completo della stagione. Percentuale 30%

E’ scattata dunque da sabato scorso l’operazione salvataggio. Perché vada a buon fine serve il contributo di tutti, nessuno escluso.

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  Scritto da Enrico Fanelli il 02/11/2020
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